Antirazzismo e intercultura per abbattere i muri degli stereotipi e dei pregiudizi

 

Troppo spesso, ormai, nel nostro Paese le azioni razziste o gli atteggiamenti xenofobi sono ricondotti alla logica di altri fenomeni e di altre azioni sociali. Pratiche: di bullismo, di pestaggi, di stupri, di violenze fisiche e psicologiche sulle persone, per lo più di altra nazionalità, vengono sezionate e riportate in discorsi mediatici, o di forze sociali, spesso populiste e, tradotti come fenomeni di comune criminalità. Si continuano a registrare, invece, problemi di mancata accoglienza, di difficile inserimento, di intolleranza, di discriminazioni, troppe volte gravi, verso migranti e profughi, siano essi adulti o minori, uomini o donne, senza alcuna differenza.

Un decadimento culturale che genera incomprensioni e intolleranze al quale si può rispondere solo con una educazione interculturale, con la promozione della conoscenza e l’interscambio dei bagagli culturali ed esperienziali che ognuno di noi porta con sé. Per questo motivo la nostra Associazione Internazionale, per arginare le varie forme di razzismi, promuove, fin dalla sua nascita politiche e azioni antirazziste, a partire dai più piccoli in età scolare, che rappresentano i futuri cittadini di domani.  I due “progetti-azione” riproducono sul territorio la nostra mission, il nostro “muro culturale” contro tutti quei muri fisici e mentali oggi eretti da individui e società.

Amina e la Banca del Tempo Multiculturale! Un esempio di intercultura sul territorio!

 “… non chiedetemi da dove provengo, non ha importanza … è un luogo che voi nemmeno conoscete.. Non chiedete il mio nome, lo hanno fatto in tanti ma tutti lo hanno dimenticato. Non chiedetemi cosa ho lasciato lì, nel mio paese!.. ho lasciato tutto!. Ho lasciato il mio nome… la mia storia, la mia vita, il tempo felice! Ho seppellito il mio cuore lì , sotto il baobab.. difronte casa! Una casa aperta la mia, dove gli odori, le voci e le risa dei bambini.. formavano una nuvola di allegria! Non c’erano sbarre ma fiori sui davanzali….. Non c’erano domande ma risposte, risposte piene di amore . Amore …, il mio l’ho perso li, per colpa vostra, per colpa delle vostre armi da guerra…Ed ora non fate finta di non capire! Siete tutti uguali …Facile lavarsene le mani … colpa dei politici, non nostra dite, e voi che fate? Restate li a guardare questa massa di disperati , si disperati come me che si illudono di salvarsi qui in Italia, nella tana del mostro! Poveri illusi che siamo..! Ma sapete cosa vuol dire vedere la morte? La morte negli occhi di chi ami di più al mondo? E poi più niente… distruzione… macerie e fame , tanta fame! Non chiedermi ora di mangiare …non voglio , non c’è la faccio , non posso , non ho fame! … ma .. non preoccupatevi … e scusatemi di questo sfogo che spero voi comprendiate!” Questo il risentito monologo che Amina, una richiedente asilo, di origine siriana, soggiornante nella capitale, ha rilasciato, qualche mese fa, alla nostra mediatrice straniera che opera presso lo sportello della Banca del tempo multiculturale di via Catania 70, in Roma! Uno sfogo che la mediatrice ha tradotto in una importante testimonianza e poi in una risorsa. Conoscersi e promuovere la propria cultura, aprendo le porte alla nuova cultura ospitante, è in migliore antidoto a qualsiasi forma di discriminazione o intolleranza! Oggi Amina è una correntista attiva della Banca del tempo multiculturale e scambia il suo ricco bagaglio di saperi con gli altri correntisti, italiani e non. Un’esperienza simbolo che si aggiunge a tante altre storie di interscambio fra persone di diversa provenienza e di diverse culture, frutto di un laboratorio interculturale che da oltre 20 anni promuove azioni di promozione socio – culturale all’insegna dell’antirazzismo. Offrire tempo in cambio di altro tempo e sapere in cambio di altro sapere è il motto di tutte le banche del tempo; offrire solidarietà in cambio di altra solidarietà e cultura in cambio di altra cultura è il motto della nostra Banca del tempo multiculturale. Così la nostra Associazione Antirazzista decide di promuovere Intercultura all’interno di due dei municipi, il II°, nel centro di Roma, ed il X°, ad Ostia Lido, creando un “luogo” dove, trasversalmente, fare circolare saperi alla pari, fra autoctoni e nuovi residenti. La Banca del Tempo Multiculturale, che si trova nel II° (ex III°) Municipio della città di Roma, è uno sportello nato nel 1998 (a distanza di due anni dalla prima banca del tempo romana, nata a Villa Lazzaroni in Roma ) grazie ad un progetto interculturale SOS Razzismo Roma e Lazio che attualmente la gestisce. Inizialmente patrocinata direttamente dal Comune di Roma – Uffici diritti dei cittadini – oggi fa parte costituente del Coordinamento Banche del Tempo Romane e Nazionali. Attualmente 25 sono gli sportelli delle Banche nell’area romana. Fra i 25 esistono anche sportelli tematici come quello legato alla musica e quello dell’informatica i quali raccolgono in maniera trasversale i correntisti provenienti da ogni banca del tempo. La Banca del Tempo multiculturale è nata dall’esigenza di interagire positivamente con le culture diverse dalle nostre ma che risiedono nel nostro paese, nella nostra città. Fare della diversità un elemento positivo da conoscere e farsi conoscere è il nostro obbiettivo! Il nostro Sportello nasce in uno dei Municipi dove gli immigrati transitano, perché a ridosso della Stazione Termini (la stazione ferroviaria più grande della capitale), vi lavorano, all’interno delle famiglie residenti e perché vicina all’Università “La Sapienza”, frequentata da molti studenti stranieri, oltre che da studenti fuori sede; da qui l’idea di coinvolgere tutti negli scambi di “dare” e “avere” a più livelli di competenza. I residenti stranieri, nel quartiere Nomentano/Italia, sono, infatti, più di 5mila (5091 per l’esattezza di cui 2000 uomini e 3000 donne circa). Le nazionalità più presenti sono quelle dell’Est Europeo con il 32%, a seguire gli asiatici, soprattutto filippini con il 27%, a seguire i latino americani 15%, gli africani 14% ecc) . E così si scambiano cibi etnici (cus cus arabo, yuakamole guatemalteco, zighinì eritreo) e lingue straniere: dal russo all’inglese, dall’arabo al cinese; balli esotici (danza del ventre, balli africani, danze latinoamericane) e tante altre cose che ormai cominciano a far parte della nostra quotidianità. I nostri operatori sono tutti di diversa nazionalità e accolgono i correntisti, svolgendo anche un’azione di mediazione culturale fra gli autoctoni e gli stranieri. Un piccolo universo, il nostro, che ad oggi conta oltre 780 iscritti. Poco meno i correntisti della BdT di Ostia, promossa anch’essa da SOS RAZZISMO Roma e Lazio. Nel X° municipio di Ostia la popolazione straniera è molto alta, sono oltre le 19,552 su oltre 200mila residenti. Sempre dall’Est europeo proviene la presenza più alta con il 48% la seconda, con un notevole ribasso è anche qui l’Asia con il 17% e poi l’Africa con il 14%. I nostri iscritti raggiungono le 500 unità. Ambedue gli sportelli promuovono intercultura e interagiscono, in modo innovativo, con tutti gli altri sportelli dell’Associazione Banca del Tempo di Roma, al quale abbiamo aggiunto anche uno sportello dedicato ai ragazzi di una scuola media inferiore, dove la banca ha svolto una funzione di socialità ed anche di informazione multiculturale e di educazione alla diversità. Lo abbiamo denominato “Sportello della socialità“ e i nostri mediatori hanno supportato gli operatori interni all’Istituto, tutti ragazzi frequentanti la scuola stessa. I ragazzi hanno svolto scambi di “saperi” di gruppo, con l’operatore nigeriano piuttosto che peruviano ed automaticamente, fra una partita di palla a volo ed una di playstation si avvicinano a mondi a loro lontani che oggi coabitano con noi, abbattendo il muro dei pregiudizi e della diffidenza, facendo tesoro delle diversità. Siamo presenti anche presso lo sportello del Municipio stesso, lo siamo stati anche all’interno degli uffici della Provincia di Roma, oggi Città Metropolitana di Roma Capitale, un modo per offrire, anche a chi non può raggiungerci all’interno del mercato coperto di via Catania, qualche ora da dedicarsi e da dedicare a se stesso e a chi come lui condivide lo stesso vissuto.

 Sportello della partecipazione. Socializzazione dei bambini e ragazzi di “nuova generazione” nella scuola dell’obbligo Italiana.

 Il rispetto del contesto socio-culturale di appartenenza dei bambini e ragazzi in età scolare, unitamente al bisogno di un loro contributo attivo, rappresentano non solo la premessa dei programmi scolastici di ogni ordine e grado dell’istruzione ma, per la nostra Organizzazione, soprattutto, il benessere dell’infanzia e dell’adolescenza, oltre che un momento di incontro socializzatore fra etnie di diversa provenienza. Potrebbe essere la storia di Ania nata in Italia da Fatima di origine egiziana e da Andreas papà rumeno; o quella di Mohamed di papà senegalese e mamma somala, anche lui nato in Italia; oppure quella di Francisco, ricongiunto ai suoi genitori filippini qui a Roma, fin dall’età di 5 anni. In realtà è la storia dei nostri ragazzi di nuova generazione! Un progetto di inclusione sociale e culturale che ha evidenziato l’importanza della metodologia di rete utilizzata, inizialmente all’interno del sistema scolastico, fra alunni e docenti e fra alunni, docenti e genitori; successivamente con altri soggetti privati e pubblici sul territorio. La metodologia di rete effettuata, attraverso l’apertura dello Sportello della Partecipazione, ha provocato finalmente la rottura dell’isolamento in cui molte scuole periferiche si trovavano, permettendo ai ragazzi, diversi soprattutto per cultura o religione, di far conoscere quegli aspetti positivi sconosciuti e, allo stesso tempo, la possibilità di abbattere le barriere ideologiche che creano pregiudizi e stereotipi nei confronti delle “diversità”. Un progetto, il nostro, nato dall’esperienza che SOS Razzismo ha effettuato e maturato nell’arco di oltre 20 anni di lavoro, all’interno della scuola dell’obbligo, con le iniziative interculturali e il supporto di mediatori culturali stranieri, lo Sportello della Partecipazione è partito inizialmente con i volontari dell’Associazione, impegnati nell’attività della Banca del Tempo con altre associazioni, presso la Scuola Media Statale di Ostia “Corelli”, oggi “Mar Rosso”. Lo Sportello, attraverso la sua attività, ha promosso, soprattutto, la conoscenza di nuove culture e un inserimento sociale nella realtà italiana, il tutto nel rispetto della identità culturale di ogni singolo minore e dei loro genitori stranieri. L’originalità dello Sportello della Partecipazione è quello di fungere da luogo d’incontro e di programmazione di quelle idee nate dai bambini e dai ragazzi, rendendo le stesse visibili e qualitative, insieme al contributo genitoriale sia italiano che straniero. La scelta di effettuare lo Sportello della Partecipazione nel territorio di Ostia è stata determinata dalla numerosa presenza di ragazzi stranieri, frequentanti la scuola dell’obbligo, dalla mancata socializzazione di stranieri ed autoctoni nel tessuto sociale del lido di Roma e, non per ultimo, dalla preziosa attività interculturale svolta da SOS Razzismo nelle scuole di Ostia (Capo d’Armi, Corelli, Passeroni, quest’ultime oggi denominate Mar dei Coralli, e Toscanelli), oltre che sul territorio stesso. Importantissimo sottolineare il ruolo catalizzatore che i bambini, italiani e stranieri, hanno giocato nei confronti degli adulti, siano essi i loro genitori che il personale scolastico. In un quartiere notoriamente degradato come quello dove è situata ad esempio la scuola Corelli e la Capo d’Armi, quest’ultima salita alle cronache perché ospitava Simone N., il bambino trovato ucciso nei pressi dell’Idroscalo di Ostia, in questo contesto, SOS Razzismo Italia – la partecipazione di minori ed adulti, ha ristabilito il senso più profondo di appartenenza al quartiere, in particolare, ed alla città in generale. I ragazzi iscritti allo sportello della Partecipazione, come per la Banca del tempo, hanno scambiato i loro innumerevoli “saperi” senza alcuna distinzione di sesso e di nazionalità, coinvolgendo, però, in questo approccio conoscitivo anche i loro genitori. Ne sono scaturiti incontri ricreativi e ludici, indimenticabili, ai quali hanno preso parte non solo il personale scolastico ma anche i membri dell’Associazione promotrice, dove i ragazzi stessi, unitamente ad alcuni genitori si sono cimentati in piatti culinari tradizionali, provenienti dai loro paesi di origine. La festa interetnica realizzata, ha dato l’input a ragazzi ed adulti di realizzare iniziative similari anche sul territorio e di promuovere, altresì, gemellaggi con altre scuole in altri quartieri della Capitale ed in altri comuni limitrofi. Importante a questo proposito sottolineare l’iniziativa svolta da SOS Razzismo nell’ambito dello stesso progetto presso l’Istituto Tecnico di Frascati “Pantaleoni“ dove abbiamo esposto la mostra “Balie Italiane e Colf Straniere”, emigrazione e immigrazione italiane al femminile. L’obiettivo di questa iniziativa, collaterale allo Sportello della Partecipazione è stato quello di abbattere le barriere dell’ignoranza di genere per promuovere la solidarietà al femminile e non solo. Nei trenta pannelli esposti, la mostra rivive la storia della nostra emigrazione, vista dalla parte della donna, in parallelo alla storia delle donne immigrate provenienti da Paesi in via di Sviluppo. La mostra, edita da Teti Milano, è stata pensata soprattutto per i giovani e per gli insegnati, quale sussidio scolastico didattico, di facile impatto e fruibilità, in grado di abbattere le barriere del pregiudizio e del razzismo. Un’azione, questa della mostra, che ha offerto valore aggiunto al progetto stesso, corredandola di iniziative di approfondimento e dibattiti di confronto con i più giovani.

Alcuni dati quantitativi e qualitativi, somministrati dalla nostra Associazione   hanno verificato  l’impatto che lo Sportello della Partecipazione aveva prodotto fra adolescenti e adulti, abbiamo elaborato e tarato un questionario rivolto al target coinvolto. Su 200 questionari somministrati, 140 sono quelli effettivamente e correttamente compilati. Molto più ampio il bacino d’utenza che si è approcciato allo Sportello, basti pensare che solo l’Istituto Medio Statale Via Mar Rosso (che racchiude la ex Corelli e la ex Passeroni), conta 664 alunni dei quali 15 ragazzi con cittadinanza straniera e molti con almeno un genitore di altra nazionalità. In una emergenza di dispersione scolastica generalizzata, pochi, per fortuna sono stati gli abbandoni scolastici: solo 3, dei quali uno straniero. Abbandoni riconducibili a problemi legati a trasferimenti genitoriali. Mentre su un totale di studenti 29 bocciati, 2 sono i ragazzi di altra nazionalità. Una situazione scolastica, quella monitorata attraverso il nostro Sportello, che possiamo definire abbastanza soddisfacente anche sul piano dell’inserimento sociale. Il questionario, volontario e anonimo, è stato somministrato a 140 persone dei quali 90 ragazzi e 50 adulti. Dei 90, 20 sono stati i ragazzi stranieri coinvolti all’interno dell’Istituto scolastico e 15 sul territorio, quest’ultimi generalmente fratelli o amici degli alunni delle scuole citate. Dei 50 adulti, ben 30 quelli di nazionalità straniera, un dato che fa riflettere se legato alla mancata socializzazione sul territorio di genitori italiani e genitori stranieri i cui figli frequentano lo stesso Istituto. L’età dei ragazzi generalmente oscilla dai 12 ai 14 anni frequentando quasi tutti la media inferiore, salvo i 15 sul territorio la cui età oscilla dai 10 ai 15. L’età degli adulti stranieri risulta più bassa di quelli dei genitori italiani, per i primi va dai 30 ai 40 anni, per i secondi la media oscilla dai 40 ai 50 anni ed oltre. La differenza di genere ha registrato una maggioranza di ragazzi, mentre in età adulta, la maggioranza che si rivolta al nostro sportello è stata sicuramente femminile. La provenienza degli stranieri che hanno partecipato è soprattutto asiatica, filippina per l’esattezza, ma anche pakistana e cingalese, molti anche gli africani dell’area del Maghreb parimenti ai latino-americani, Perù, Colombia, Ecuador. I cittadini stranieri residenti sul territorio di Ostia sono circa 10.000 di cui oltre 1400 minori. Questa presenza ha determinato il successo dell’iniziativa che si è estesa a Roma grazie alla rete associazionistica. Scuola, territorio e Associazione hanno creato rete nel tessuto sociale, usufruendo di un accompagno finalizzato a un inserimento psico-sociale. La maggior parte degli interventi psicologici ha riguardato il sostegno della relazione genitori-figli. Spesso si verifica che la relazione genitori-figli si carica di valenze culturali significative: mentre la prima generazione continua a mantenere un legame affettivo e progettuale con il paese di origine. Il/la bambino/a tende, solitamente ad esprimere una maggiore esigenza di integrazione, identificandosi con i modelli culturali della società ospitante. Spesso questo diverso atteggiamento progettuale si trasforma in un conflitto, con numerose difficoltà di mediazione. In questo caso l’intervento psicologico è mirato alla mediazione e alla valorizzazione della cultura di origine. Molte le problematiche presentate dai figli di coppie miste. Solitamente si tratta di coppie che presentano conflitti familiari, coppie separate da molto tempo o in via di separazione. Il tipo di counselling erogato è quello relativo alla mediazione familiare, che attraverso un “mediatore” imparziale si   cerca di raggiungere un accordo che tenga conto dei bisogni di ciascun componente della famiglia, divisa e particolarmente dei figli e del loro possibile affido. Alcuni ragazzi accompagnati dai genitori, hanno richiesto una consulenza su particolari disturbi di apprendimento a causa del bilinguismo e quindi richiedono un adeguato sostegno della lingua italiana. SOS Razzismo Italia – “Un luogo d’incontro” è stato definito dalla maggioranza dei ragazzi, “un rapporto di rete fra ragazzi e adulti”, “il protagonismo della nostra infanzia immigrata”, “un luogo dove sentirsi tutti italiani ed uguali” . Una frase, quest’ultima che racchiude in sé tutto l’attuale dibattito legato anche ai diritti di cittadinanza. Una cittadinanza ancora negata, una legge, quella dello “Jus soli temperato e culturae”, ancora ferma al Senato. Un diritto sospeso, come le vite dei bambini e ragazzi di “nuova generazione” che attendono che venga riconosciuto il loro status di cittadinanza.

Angela Scalzo  (vice presidente EGAM network antirazzista internazionale, Segretario generale SOS Razzismo Italia)