Il Bel Paese razzista?     

 

 

Oggi sembra che in Italia non esista un’opposizione culturale o una indignazione pubblica allo scempio del diritto che si sta compiendo con il disegno di legge sulla sicurezza (d.d.l. 733)

Norme e regolamenti a parte, che separano dai diritti gli italiani dagli “altri”, norme per cittadini di seconda classe “gli immigrati”.
In un momento di crisi economica e di conseguenza sociale, è stato facile individuare “lo straniero” quale capro espiatorio!

Un disagio sociale ingigantito da fatti di cronaca, spesso nera, un malessere che ha portato voti al partito che da sempre ha chiuso le porte allo straniero, ha alimentato l’intolleranza contro l’immigrato.
Mi chiedo, di fronte:

all’opzione di denuncia da parte dei medici di un “clandestino”;

alle espulsioni senza il nulla osta del magistrato;

all’aggravante del reato di clandestinità, aumentato di un terzo;

all’obbligo di denuncia degli operatori dei money transfer per gli irregolari;

al permesso di soggiorno ancora più costoso (da 72 a 200 euro) ed a punti, fino alla vergogna delle “classi d’ingresso”  dove è finita, la nostra indignazione, l’indignazione pubblica e l’opposizione contro questo degrado del diritto legato al disegno di legge sulla sicurezza. Ha fatto discutere, poco tempo fa ,  l’articolo di Famiglia Cristiana , giornale cattolico, che denuncia il precipitare dell’Italia verso leggi razziali. Un concetto forse estremo, ma non privo di  fondamenti. Sono di fatto norme volte ad aumentare il divario tra italiani e stranieri soggiornanti.

Emendamenti continui proposti dalla Lega Nord, stanno cambiando lo status dei circa  4 milioni di immigrati regolari che lavorano e vivono nel nostro Paese, senza contare la situazione del milione di irregolari. E’ risaputo che in un momento  di crisi,  le società tendono spontaneamente a chiudersi rendendo gli autoctoni meno disposti alla solidarietà. E’ bastato per qualcuno indicare nello straniero il nemico ed il corresponsabile del malessere degli italiani che gli stranieri ne sono diventati il capro espiatorio. Se a questo si aggiungono fatti di cronaca esagerati dai media (stupri solo da  rumeni), si spiega perchè il partito più intollerante verso gli stranieri, è stato il più votato,   aumentando di fatto il grado di insofferenza verso gli immigrati. Una politica sbagliata che provocherà profonde ferite sociali e renderà più difficile l’ascesa verso quella solidarietà dalla quale l’opinione pubblica pare si sia allontanata, mostrandosi più vicini a chi predica la “cattiveria” nei confronti degli irregolari e clandestini.

Infatti le risposte sono state subito le famigerate “ronde dei cittadini “ le quali sono state introdotte nell’ ordinamento italiano, frettolosamente e solo, ci dicono , per rispondere alla “furia del popolo” verso le sempre più frequenti aggressioni di immigrati , colpevoli soprattutto di essere clandestini e nomadi.
Dal danno legato ad una politica, nazionale e territoriale, discriminatoria, xenofoba e differenzialista, alla beffa che avalla il giustizialismo e le sue ronde.

Dalle “squadracce romane” a quelle “padane” si promuove la militarizzazione con l’intento di realizzare un “piano straordinario di controllo del territorio”.
E noi? Con la scusa, ipocrita, che già altrove esistono norme simili, avalliamo tutto – “classi ponte”; limite del 20% di stranieri per classe; denuncia da parte dei medici degli irregolari presso gli ospedali; impronte e cancelli ai campi ROM – con l’assuefazione ad ogni tipo di discriminazione perpetrata.

Nonostante le dichiarate perplessità manifestate anche dalla Polizia di Stato in merito alle ronde cittadine, ci accontentiamo del fatto che le stesse, almeno per ora, sono disarmate.

Le previsioni, quelle peggiori, si stanno avverando una dopo l’altra, immaginare quale sarà la prossima, nell’attesa che piano piano muoia il nostro diritto ?

No! SOS Razzismo Italia non ci sta, la prima questione riguarda gli ingressi in questo paese:  trovandoci in pieno di una crisi economica bisogna programmare gli ingressi, risolvendo, però,  parallelamente le  presenze di immigrati irregolari in Italia. Come si può solo pensare di poter espellere un milione di persone? Non solo è immorale ma è materialmente impossibile in Europa, ed avrebbe drastiche  ricadute nel mercato del lavoro ed all’interno dei nuclei familiari italiani. Rendere, piuttosto,  visibile la presenza di chi sta già qui in Italia così, se non altro, eviteremo inutili rientri in patria,  per ottenere il visto d’ingresso per motivi di lavoro.

L’odierna normativa sull’immigrazione è pessima: La Bossi Fini non fa incontrare domanda ed offerta di lavoro immigrato legale, anzi,  rende virtualmente impossibile entrare regolarmente per lavoro. Si tratta, in realtà,  di un meccanismo troppo farraginoso che  va semplificato radicalmente, se non si vuole incrementare l’irregolarità. SOS si sta battendo per  riformare le norme sull’immigrazione garantendo:
1. di non chiudere le frontiere all’ingresso per lavoro regolare, ma di programmare gli ingressi nel 2009, in misura funzionale al mercato del lavoro;
2. una risposta coraggiosa al problema dei lavoratori immigrati senza permesso, dando loro una chance per emergere da una vita di lavoro nero e assenza di diritti;
3. parità di diritti e superamento delle discriminazioni sul lavoro e nell’accesso a scuola, sanità e stato sociale;
4. riforma della cittadinanza e diritto di voto.

Con queste richieste abbiamo promosso un presidio di protesta a  Roma, davanti al Parlamento e nelle altre città manifestazioni davanti alle Prefetture, il 18 dicembre scorso, giornata dedicata dalle nazioni unite ai diritti dei lavoratori e lavoratrici migranti, con oltre 20 adesioni  di ONG e sindacali. Abbiamo promosso, altresì,  due iniziative a sostegno della popolazione ROM e Sinti coinvolgendo molti parlamentari e 650 adesioni di persone comuni e personalità. Domani 17 marzo saremo in piazza con i medici italiani che manifesteranno la loro obiezione alla denuncia dei clandestini ed il 18 marzo, grande avvio di un’azione nazionale antirazzista , in un teatro di Roma, con un cartello di 26  organizzazioni.

Non abbasseremo la guardia,  non permetteremo che il nostro diritto muoia,  che “il bel Paese” diventi razzista.

di Angela Scalzo  (segretario generale di SOS Razzismo Italia)

 

.