Le nostre sottolineature di Luglio

 

 

1°LUGLIO 2020

Due erano le possibilità sul tavolo quando i numeri Covid iniziarono ad aumentare significativamente: una gestione etica della pandemia e una gestione economica. La gestione etica si sarebbe posta come obiettivo quello di salvare vite, tutte le vite possibili. La gestione economica avrebbe, suppongo, dovuto prevedere una  chiusura a zone, valutando le peculiarità di ciascun territorio. In Italia c’è stata una chiusura spuria, ma non dichiarata in questi termini. Abbiamo creduto si fosse scelto l’approccio etico, ma poi abbiamo scoperto che laddove c’erano maggiori contagi, le aziende per sopravvivere non avevano mai smesso di produrre.

(ROBERTO SAVIANO)

2 LUGLIO 2020

E’ tempo di rinnovata distanza. La pandemia ha messo un nuovo muro tra i nostri corpi, adattandosi fin troppo bene al clima dei nostri giorni. La questione nera resta un problema degli afroamericani, qui è completamente diverso. La distanza di sicurezza equivale a inginocchiarsi e alzare il pugno al cielo per poi girarsi altrove appena viene messa in discussione la propria storia di razzismo presente e passata.

(LUCIA GHEBREGHIORGER)

3 LUGLIO 2020

La pandemia non è una parentesi, un intervallo caratterizzato da eventi anomali e transitori rispetto al convenzionale svolgersi della vita. Io credo fortemente che ci sia, invece, bisogno di una diversa punteggiatura esistenziale, storica, politica.Dopo il dramma collettivo, non possiamo più tollerare che a governarci siano gli incompetenti, gli incapaci, gli inetti o, in taluni casi, addirittura i corrotti, i cialtroni, i disonesti. Punto e a capo.

(ANTONIO SCURATI)

4 LUGLIO 2020

Uno spot per promuovere il turismo ha suscitato grandi polemiche. “Politiche ambientali, sanitarie e suicide orientate al business hanno distrutto la sanità e consentito all’inquinamento di esplodere e causato migliaia di morti” si legge nella pubblicità. E poi : “ In Italia esiste un luogo dove c’è la cultura del rispetto del suolo e del distanziamento sociale, Ed è la Calabria” Lo spot esordisce con alcune immagini del Nord Italia come Jesolo, Rimini o Rapallo “ dove il distanziamento sociale è una chimera”

5 LUGLIO 2020

Per la pallacanestro e la pallavolo sono state realizzate delle mascherine, da ingegneri e designer del Politecnico di Torino, in un tessuto 3D leggero e modellabile che consente una respirabilità in sicurezza e 5 volte più efficace dello standard.

(Enrico Caiano)

6 LUGLIO 2020

Muore Ennio Moricone. L’auto-necrologio : “ Io Ennio Moricone sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicini e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così ed avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare. A Maria rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A lei il più doloroso addio”

7 LUGLIO 2020

Il magazzino della Bartolini è stato un focolaio importante di Covid-19. La società ha comprato una pagina di quotidiani per fugare ogni paura. C’è scritto tra l’altro : “Noi di BRT Corriere Espresso abbiamo fronteggiato il lockdown senza mai fermarci, abbiamo risposto alle necessità di aziende e famiglie in un momento di enorme difficoltà, sempre con tutte le precauzioni e con un sorriso dietro le mascherine”

8 LUGLIO 2020

In Cina la polizia preleva con la forza chi rifiuta l ricovero e arresta chi ha il Covid e se ne va in giro. Da noi, che siamo democratici, la mascherina è consigliata e Immuni è facoltativo. Ma il virus è più democratico di noi e ha una sola regola, fascistissima :   “Ndo cojo, cojo”

(SEBASTIANO MESSINA)

9 LUGLIO 2020

Il virus ha cambiato la natura domestica di casa nostra in una identità munita : un rifugio. E’ riuscito a farci davvero prigionieri non quando siamo tornati a casa l’ultima sera, ma nel preciso istante in cui ci ha separati dagli altri, ci ha disconnessi dalla società, ci ha spenti come animali sociali. E’ un estraneo, un passeggero abusivo, un parassita, un ospite clandestino, un infiltrato, un diverso. Anzi è un invasore. Di più : un conquistatore. Peggio, un colonizzatore

(EZIO MAURO)

10 LUGLIO 2020

Alì Saibu, ghanese di 20 anni, ad Aragona (Agrigento). Raccoglieva origano nei campi. Nei giorni peggiori del Covid-19 aveva febbre e diarrea. Nel centro per migranti nessuno lo ha visitato. E poi lo hanno subito sepolto.

(ALAN DAVID SCIFO)

11 LUGLIO 2020

La chiusura dei mesi scorsi si sta allontanando e stiamo tutti riassaporando la frenesia dell’”agorà”. Non più autocertificazioni, isolamento a casa, bambini intrappolati tra le mura domestiche : stiamo iniziando a godere liberamente del sole e dell’aria. Questo ritorno nel grande spazio sociale potrebbe far sperare che tutto riprenderà come prima, ma non è così. Dobbiamo fare i conti con un’eredità difficile da smaltire.

(MASSIMO AMMANITI)

12 LUGLIO 2020

Il linguaggio da bar è comunemente considerato greve. E invece ci propone per il dopo quarantena molta gentilezza. Ecco esempi di cartelli esposti in due bar romani. “Nel rispetto delle persone in fila invitiamo i nostri clienti a consumare velocemente. Vi ringraziamo per la collaborazione”.                                                                                                                     “Per permettere a tutti di fare colazione preghiamo la gentile clientela di essere un pochino più veloci. Grazie.”

13 LUGLIO 2020

Ho qualche dubbio che, dopo i mesi trascorsi in emergenza Covid, si possa assistere al miracolo della trasformazione dell’acqua nel vino e che improvvisamente saremo tutti più buoni, più coesi e più solidali. Troppe volte ho assistito a dichiarazioni del tipo, appunto, “niente sarà poi come prima”. E puntualmente mi sono riconfermato nell’idea che l’uomo è un animale finito e che, come non è cambiato in passato, così non cambierà in futuro.

(MICHELE CILIBERTO)

14 LUGLIO 2020

Penso che quanti, ad Amantea (Cosenza) hanno bloccato una strada provinciale per protestare contro l’arrivo, in un vicino centro di accoglienza, di 13 migranti positivi al virus, non siano razzisti. Ci sarà stato pure qualcuno seriamente convinto dell’inferiorità genetica degli asiatici ma, a muovere la gran parte di loro è stato, presumo, uno stato di ansia. Tanto più intensa quando la minaccia dell’epidemia appare destinata a insidiare la propria comunità dall’esterno.

(LUIGI MANCONI)

15 LUGLIO 2020

Portare gli occhiali è fastidioso. Indossare la mascherina è scomodo, Ma mascherina più occhiali, a luglio, per le vie della città, negli uffici, sui mezzi, è quasi una tortura. Soffochi, ti scaldi, sbuffi, e intanto il calore gonfia, sale, e va ad appannare gli occhiali, che già scivolavano via sopra il tessuto e si incastravano malamente con gli elastici

(DANDA SANTINI)

16 LUGLIO 2020

Il trucco più sporco di cui il coronavirus dispone è la sua elevata contagiosità. Volete davvero facilitare la sua rinascita? Abbiamo resistito a lungo, non possiamo permettere che la gente che si è battuta per noi l’abbia fatto invano. Così come non possiamo buttare al vento la pazienza esercitata in questi mesi

(FANG FANG)

17 LUGLIO 2020

Vista prima con divertito scetticismo solo su nasi e bocche di turisti e cittadini orientali la mascherina è un segno di questi tempi eccezionali. Si declina in mille forme e colori, con fantasia tutta italiana.

(BRUNO RUFFILLI)

18 LUGLIO 2020

Convivere con il virus significa cercare il distributore di gel all’ingresso del negozio, guardare con sospetto chi si avvicina un po’ troppo, sobbalzare per uno starnuto.

(BRUNO RUFFILLI)

19 LUGLIO 2020

Il coronavirus non si mostra con segni, non deturpa il corpo come la peste; lascia ombre e vuoti nei polmoni, che gli occhi non vedono.

(BRUNO RUFFILLI)

20 LUGLIO 2020

Segni di pace che, che nelle chiese non si scambiano più. Di affetto, amore, amicizia, ridotti se va bene a un contatto di gomito e un sorriso imbarazzati.

(BRUNO RUFFILLI)

21 LUGLIO 2020

Non si sa chi abbia avuto per primo l’idea dell’arcobaleno ma è diventato il logo di questi mesi terribili, disegnato su scuole e case, sugli striscioni ai balconi, o con i gessetti per strada. Non è tanto un segno, quanto un simbolo e infatti non taglia, non ferisce, non separa, semmai unisce i colori e le persone. Con una promessa infantile, alla quale però ognuno vorrebbe credere: andrà tutto bene.

(BRUNO RUFFILLI)

22 luglio 2020

Il Rigoletto al Circo Massimo. Sotto il Palatino, dal palco montato tra il fiume e la città, tornano i violoncelli, i contrabbassi e il corno inglese ad accompagnare gli adagi, le cabalette, gli acuti del baritono, i gorgheggi e i trilli del soprano-e non diffusi dagli altoparlanti, ma dalla gola e dai polmoni dei cantanti. L’opera ha accompagnato gli italiani nei momenti più bui della storia- e attorno ai cori, ai cantanti e agli orchestrali ci siamo stretti durante le occupazioni, le guerre, i bombardamenti.

(MELANIA MAZZUCCO)

23 LUGLIO 2020

Tutti noi, che per mesi abbiamo parlato, recitato, suonato o cantato davanti allo schermo del pc, fissando solo noi stessi e i francobolli degli spettatori connessi, ci guardiamo di nuovo negli occhi- esistiamo gli uni per gli altri.

(MELANIA MAZZUCCO)

24 LUGLIO 2020

Un osservatore esterno è sconcertato anche dalla tendenza italiana ad auto-esaltarsi per la prova straordinaria superata dal nostro Paese, la convinzione che il resto del mondo abbia “imparato dall’Italia”, una leggenda in cui non si trovano riscontri altrove. La bontà di un modello si giudica dai risultati, e i numeri italiani non sono buoni.

(FEDERICO RAMPINI)

25 LUGLIO 2020

Quella dell’emergenza è la professione che Sciascia ridicolizzò nella polemica sui professionisti dell’antimafia. Anche i professionisti dell’antivirus hanno bisogno dell’emergenza. La tengono in vita per tenere in vita se stessi.

(FRANCESCO MERLO)

26 LUGLIO 2020

Il Covid arriva e serra tutto, comprese le porte cinquecentesche di Villa Medici, questa prigione doratissima affacciata su Trinità dei Monti, i giardini immensi e misteriosi, gli infiniti anfratti, le scale, le sale, le terrazze. Tutti dentro, proprio come era successo nel 1837 quando un’epidemia di colera aveva imposto la quarantena ai residenti, i cui ritratti sono esposti in una mostra.

(ELENA STANCANELLI)

27 LUGLIO 2020

Si respira in giro un’atmosfera così anomala, a tratti addirittura inquietante : le ferie 2020 non sono vissute come il premio finale di un anno di lavoro(interrotto quattro mesi fa) bensì come la boccata d’ossigeno del nuotatore prima di tornare sott’acqua. “Cosa ci porterà l’autunno?” è il vero tormentone, altro che hit.

(STEFANO MASSINI)

28 LUGLIO 20230

Una pagina intera “a pagamento” su alcuni quotidiani contiene questa frase:                                “Quest’anno, se possiamo fare un po’ di vacanze, cerchiamo di farle in Italia. Il nostro è un Paese bellissimo che ora ha il bisogno del sostegno di tutti noi italiani”

(DIEGO DELLA VALLE)

29 LUGLIO 2020

La fotografia distanziata non esiste. Un romanziere può raccontare i giorni del virus dalla sua clausura: un fotografo deve essere fuori, nel mondo, “abbastanza vicino”. I fotografi hanno accusato il colpo; in questi mesi voli cancellati, progetti saltati, il mondo improvvisamente lontano, irraggiungibile. Ma quando sei un fotografo, fotografare è quello che devi fare. Poteva essere un punto cieco della storia il 2020 delle quarantene: è stato invece uno dei momenti più coralmente fotografati del nuovo millennio.

(MICHELE SMARGIASSI)

30 LUGLIO 2020

L’emergenza legata al coronavirus ha suscitato una nuova riflessione sulle città, prima spogliate degli abitanti a causa del lockdown, poi rianimate con qualche titubanza, allo stesso modo si è imposto un nuovo modo di abitare gli spazi pubblici: all’aperto come piazze e strade, chiusi come scuole, teatri e anche ospedali.

(STEFANO BUCCI)

31 LUGLIO 2020

Rifugiarsi nel passato sarà all’inizio la scelta più facile come accade dopo grandi sconvolgimenti. Ma poi tutto passa e si ricomincia a vivere. Ci saranno un prima e dopo Covid anche nell’immaginario del cinema. La vera creatività ha sempre virtù profetiche. E non ha paura di rischiare: sarà ancora una volta in grado di anticipare e intuire, cambiando il nostro modo di desiderare e di ragionare.

(PETER BOGDANOVICH)