Per anni Rosarno è stato scenario di una conflittualità quotidiana, pestaggi sporadici, provocazioni tra giovani divisi, apparentemente dal colore della pelle ma assimilati da una miseria culturale che li ha spinti a comportarsi da nemici. In un territorio dove la criminalità la fa da padrona e lo Stato democratico latita.
Dopo i colpi di fucile che hanno ferito due lavoratori stagionali immigrati, la rabbia degli stessi immigrati è scoppiata colpendo indistintamente la popolazione calabrese. Si scatena, così, la “caccia all’africano nero”!
Tumulti razziali che richiamano in vita situazioni di un´America d´altri tempi.
Ripartono, così le sparatorie indiscriminate per intimorire i “pezzenti africani” che hanno avuto l’audacia di ribellarsi. E’ così, gli aranceti della Piana di Gioia Tauro, dove convivono poteri illegali, si insanguinano di razzismo, discriminazione e paura.
Una pagina buia del Bel Paese della quale vergognarsi moralmente e prendere le dovute distanze.
Vi chiederete come mai “le associazione antirazziste italiane” non ci fossero e non avessero denunciato? C’erano e denunciavano! Ma in un territorio dove i riferimenti sono: da una parte i volontari; dall’altra i caporali, spesso legati alla criminalità organizzata ( cosiddetta ndrangheta) e dalle forze dell’ordine che si sono sempre limitate a presidiare moderatamente il territorio, per non creare conflittualità rischiose con gli autoctoni, impossibile è risultata la tutela di questi “lavoratori senza diritti”!
Lavoratori che hanno fatto sì che il ciclo produttivo non si fermasse.
Lavoratori che dai lontani anni ’80 offrono al SUD Italia la loro manodopera, sostenendo economicamente l’agricoltura stagionale della Sicilia, della Calabria, Della Puglia e della Campania ma anche in aree del Centro (Lazio) e del Nord (Veneto e Trentino).
Lavoratori chiamati alla raccolta di quegli agrumi per i quali percepivano paghe giornaliere da “fame” (25 euro delle quali almeno 5 nelle tasche del caporalato legato alla ndrangheta).
Manodopera immigrata che viene intralciata e resa praticamente inaccessibile dalla legislazione vigente (legge Bossi /Fini e Decreto Sicurezza).
Criteri di inserimento lavorativo a dir poco malavitosi, reclutati sui bordi delle strade provinciali senza alcun ostacolo, privi di tutela sindacale e/o sanitaria. Ricoveri di fortuna , generalmente presso aree industriali dismesse.
Questo il quadro dove si sono consumati i deplorevoli fatti di razzismo, alimentati, da mesi , da una offensiva di tipo propagandistico della destra governativa che ha criminalizzato l’immigrato clandestino, generalizzando, poi, l’attacco al fenomeno immigratorio nella sua globalità. A questo quadro si è aggiunta la cornice di alcuni mass media che hanno, in un certo senso, resi legittimi gli atti barbari di gente immeritevole di vivere in un paese civile.
“La riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali” tuona ancora oggi il primo ministro Berlusconi dall’esecutivo del Consiglio dei Ministri riunitosi proprio ieri a Reggio Calabria. Un incitare al razzismo che alimenta un clima di intolleranza le cui conseguenze non possono essere prevedibili.
Inutile commentare, inoltre, che tutti i rapporti sulla presunta criminalità degli immigrati sostengono il contrario. Il Premier annuncia poi che il governo metterà in atto “un’azione molto forte” sulla UE la quale deve farsi carico” dei costi della vigilanza che i paesi costieri sopportano” per contrastare i flussi di immigrazione clandestina verso l’Europa. Mentre il ministro leghista Maroni parla di “troppa tolleranza” nei confronti degli immigrati irregolari, quegli stessi immigrati che irregolari non erano ma ugualmente e brutalmente cacciati dalle campagne calabresi, senza essere pagati.
Da qualche settimana, sull’onda di un simile impulso francese e parallelamente all’uscita del libro del giornalista Vladimiro Polchi “ Blacks Out” – 20 marzo, ore 00,01, un giorno senza immigrati”, il movimento antirazzista italiano si è mobilitato tutto, da Sud al Nord del Paese, con assemblee territoriali e nazionali ed hanno promosso la “primavera antirazzista” che partirà il 1 marzo prossimo e continuerà ad oltranza nei diversi territori della Penisola!
L’impegno di SOS Razzismo Italia
In particolare nell’ambito di questa campagna SOS Razzismo intende sottolineare come l’aspetto istituzionale rappresenti il dato più inquietante del razzismo contemporaneo.
Non siamo più negli anni trenta in cui le esclusioni erano fondate esplicitamente sulle identità di genere o sulla razza, oggi l’esclusione nasce da una condizione burocratica che somministra discrezionalmente l’accesso ed il godimento dei diritti umani, sulla base di una legislazione in stridente contrasto con la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.
Non solo i diritti umani non risultano inalienabili ma vengono concessi dietro severe restrizioni di ordine temporale e spaziale oltre che sociale ed economico.
In Europa, ed in Italia in particolare, gli esclusi non vivono più nei ghetti ma nelle bidonville e lo sfruttamento non fa riferimento solo al colore della pelle.
Certamente oggi in Italia la democrazia è stata messa fortemente in discussione perché una sciagurata sinergia tra governo di destra, mafia e crisi economica, in zone già storicamente disagiate hanno determinato di fatto una “pulizia etnica”. L’iniziativa partita dalla mafia (ndrangheta in Calabria) si è avvalsa dell’intervento repressivo dello Stato che ha materialmente attuato questa deportazione in nome di una ipocrita, quanto tardiva solidarietà nei confronti degli immigrati e della popolazione.
Non a Caso il Ministro Maroni ha ribadito l’impegno istituzionale del governo che , in nome della legalità, impone l’espulsione dei clandestini piuttosto che la lotta al lavoro nero e, di fatto, realizza il disegno razzista della criminalità organizzata locale.
Naturalmente la condizione di debolezza degli immigrati, privi dei diritti politici ha avuto il suo peso nella dinamica dei fatti, il che avvalora la nostra lotta per il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza. Purtroppo questo scenario è comune a diverse località del Paese ( agro pontino nel Lazio, area domiziana in Campania, nel tavoliere delle Puglie, nella Val di Non ecc ) e non mancano precedenti analoghi.
C’è, pertanto, il rischio che l’episodio non resti isolato, da qui l’urgenza del nostro impegno culturale , e di attivismo politico che si traduce in iniziative di visibilità e di sensibilizzazione a livello nazionale ed europeo per il quale i contributi di SOS Racisme France, della Federatione a livello Europeo, risultano per noi indispensabili.
Il manifesto tecnico di SOS
Nell’ambito della campagna “Primavera antirazzista” SOS Razzismo Italia , intende privilegiare queste tematiche:
– Razzismo istituzionale a livello nazionale ed Europeo.
– Diritti umani e l’immigrazione
– Focalizzazione degli aspetti economici del razzismo
– Razzismo e democrazia
– Evoluzione del razzismo fino ai giorni nostri
Gli slogan scelti per questa primavera antirazzista sono; “Per una legalità.. legale!” unitamente ai due motti che accompagnano da sempre le nostre campagne : “stringi la mano ad un nuovo amico e non toccare il mio amico”.
Ci siamo assunti quale obbiettivo quello del cambiamento radicale delle politiche sull’immigrazione che non devono più costituire una limitazione dei Diritti umani, ma al contrario, garantire il loro pieno godimento da parte di tutti.
Si tratta di attuare un percorso la cui prima tappa è la sburocratizzazione dell’accesso ai diritti a livello Nazionale ed Europeo. In particolare vanno rispettati i diritti sociali : quello dell’accesso alla legalità del lavoro e quelli politici.
Le Strategie partiranno dal Dialogo . Si tratta di dar vita ad un dialogo che finalmente affronti i problemi reali delle comunità locali ,ormai multietniche e multiculturali, in una logica di rispetto reciproco e pari dignità
La Non violenza caratterizzerà il nostro impegno. Esorcizzare la violenza, in nome di una legalità ispirata alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, non è semplicemente la condizione indispensabile per una crescita civile del Paese e dell’UE ma l’approdo e la conferma di un impegno fecondo di convivenza civile e democratica.
I Destinatari saranno: Istituzioni locali (Regioni, Province e Comuni interessati al fenomeno), nazionali (i ministeri preposti, Camera e Senato), europee (istituzioni CE) ed internazionali (Onu e Ambasciate). Opinione pubblica, in particolare giovani, donne, lavoratori, imprenditori, Sindacati, Partiti politici.
I Mezzi Al fine di promuovere e garantire una visibilità capillare ed efficace, riteniamo necessario rivolgersi sia agli autoctoni che agli immigrati favorendo le occasione di incontro- confronto a livello territoriale, avvalendosi di tutti i possibili canali della comunicazione ed in particolare quelli, non ancora adeguatamente utilizzati, che fanno capo all’editoria etnica (sia carta stampata che on line).
Resta, comunque, fondamentale il rapporto diretto con i cittadini, soprattutto giovani, che comporta una adeguata dotazione di gadget ,opuscoli, manifesti ed adesivi. ( Il colore scelto dal movimento antirazzista è, per fortuna, il nostro giallo). Naturalmente , oltre alla partecipazioni a tutte le iniziative promosse dal movimento, sarà opportuno intensificare la nostra presenza sui net work radio televisivi.
Le nostre iniziative si svolgeranno su quattro livelli:
- quello livello culturale :
Abbiamo programmato dei cineforum di film antirazzisti presso le scuole, volantinaggio all’interno dei mercati rionali dove sono presenti imprese italiane ed etniche e dove operano molti lavoratori immigrati.
- livello politico
confronto con i partiti politici di opposizione e con i partiti di maggioranza disposti al dialogo, al fine di garantire una modifica dell’attuale legge “Bossi Fini” e del Pacchetto Sicurezza. Ed ancora incentivare il rapporto con UNAR .
- livello sindacale
confronto con i sindacati confederali e non, al fine di promuovere la cultura legata alla tutela dei diritti dei lavoratori ed alla sicurezza nei luoghi di lavoro che oggi penalizza maggiormente gli immigrati..
- livello interreligioso.
La convivenza civile passa attraverso il rispetto e la libertà della fede professata, nell’ambito di una concezione laica dello Stato.
Questo l’impegno di noi volontari di SOS Razzismo Italia che all’interno della primavera antirazzista amplificheremo le iniziative, supportando la rete nazionale. L’intento è quello di riportare in Italia quel vento solidale che ha sempre soffiato sulla nostra Penisola, magari con delle pause di “ calma piatta” mai però con la tempesta razzista che l’ha coinvolta istituzionalmente, accendendo fuochi di intolleranza, invece di riscaldare e far crescere pacificamente le coscienze civili.