Per Miriam

 

Di che colore hai l’anima?

La sua

è un cielo limpido

che cambia,

senza inizio

senza fine

senza confine,

azzurro

sopra il verde dell’orto

che il vecchio,

ancora bambino,

vanga cantando

ma grigio e cupo

sotto la pioggia fitta

che dilava la montagna,

nera e ferita,

piegata

dal peso enorme

delle casupole aggrovigliate,

abbarbicate,

disperate.

E rosso

incandescente,

come la lava

che scoppia all’improvviso

dal grande cuore paziente

del vulcano

sdegnato

quando la folla inerme,

caricata,

si sparge e cade

irrorando la terra,

e  fugge ansimando

ma

mai umiliata

si rinsalda più forte,

più dura,

più a valle.

E viola,

livido di vergogna

per ogni bacio vietato

forzato

comprato

ostentato,

per ogni lavoro negato

umiliato

alienato,

per ogni pasto saltato

rubato,

per tutti i sogni

impossibili ai più

scontati per pochi.

Perché ti serve l’oro

più del pane al povero?

 

Attento!

La nostra lotta

è la sua voce:

l’acqua che affiora

invisibile

dalle fessure

più profonde

della roccia

ma poi si spande

e comincia a scendere

lenta

e talvolta scompare

ma riaffiora sempre

e si dilata

affratellandosi

ad altri rivi,

ruscelli tortuosi,

torrenti aspri e sperduti

paludi inerti

e grandi laghi addormentati

e ampli fiumi silenziosi

e

cascate vertiginose,

schiaffi fragorosi

che assordano l’aria

e scuotono la foresta

e schiantano …

e si ricompongono

tranquille

nella pianura paziente,

piano piano nel tempo,

tenacemente dilatata.

 

ASCOLTA

E’ nel nostro coro che canta!

 

E il nostro applauso

è l’onda lunga

che abbraccia

e ci immerge

sereni

nel mare eterno

dell’uguaglianza.

 

La sua  Africa Libera

è la nostra anima.