“Aspettavano braccia e sono arrivati uomini!”: La rivolta di Rosarno!   di Angela Scalzo

 

Per anni Rosarno è stato scenario di una conflittualità quotidiana, pestaggi sporadici, provocazioni tra giovani divisi, apparentemente dal colore della pelle ma assimilati da una miseria culturale che li ha spinti a comportarsi da  nemici. In un territorio  dove la criminalità la fa da padrona e lo Stato democratico latita.

Dopo i colpi di fucile che hanno ferito due lavoratori stagionali immigrati, la rabbia degli stessi immigrati è scoppiata colpendo  indistintamente la popolazione calabrese. Si scatena, così,  la “caccia all’africano nero”!

Tumulti razziali che richiamano in vita situazioni di un´America d´altri tempi.

Ripartono, così le  sparatorie indiscriminate  per intimorire i “pezzenti africani” che hanno avuto l’audacia di  ribellarsi. E’ così,  gli aranceti della Piana di Gioia Tauro, dove convivono  poteri illegali, si insanguinano di razzismo, discriminazione e paura.

Una pagina buia del Bel Paese della quale vergognarsi moralmente e prendere le dovute distanze.

Vi chiederete come mai  “le associazione  antirazziste italiane” non ci fossero e non avessero denunciato? C’erano e denunciavano! Ma in un territorio dove i riferimenti sono:  da una parte i volontari; dall’altra i caporali,  spesso legati alla criminalità organizzata ( cosiddetta ndrangheta)  e dalle forze dell’ordine che si sono sempre limitate a presidiare moderatamente il territorio,  per non creare conflittualità rischiose con  gli autoctoni,  impossibile è risultata la tutela di questi “lavoratori senza diritti”!

Lavoratori che hanno fatto sì che il ciclo produttivo non si fermasse.

Lavoratori che dai lontani anni ’80 offrono al SUD Italia la loro manodopera,  sostenendo economicamente l’agricoltura  stagionale della Sicilia, della Calabria, Della Puglia e della Campania ma anche  in aree del Centro (Lazio) e del Nord (Veneto e Trentino).

Lavoratori chiamati  alla raccolta di quegli agrumi per i quali percepivano   paghe  giornaliere da “fame” (25 euro delle quali almeno 5 nelle tasche del caporalato  legato alla ndrangheta).

Manodopera immigrata  che viene intralciata e resa praticamente inaccessibile dalla legislazione vigente (legge Bossi /Fini e Decreto  Sicurezza).

Criteri di inserimento lavorativo  a dir poco malavitosi, reclutati  sui bordi delle strade provinciali senza alcun ostacolo,  privi di tutela sindacale  e/o sanitaria. Ricoveri di fortuna , generalmente presso aree industriali dismesse.

Questo il quadro dove si sono consumati i deplorevoli fatti di razzismo,  alimentati,  da mesi , da una offensiva di  tipo propagandistico della destra governativa che ha criminalizzato l’immigrato clandestino, generalizzando, poi, l’attacco  al fenomeno immigratorio nella sua globalità. A questo quadro si è aggiunta la cornice di alcuni mass media che hanno, in un certo senso, resi legittimi gli atti barbari di gente  immeritevole di vivere in un paese civile.

La riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali” tuona ancora oggi il primo ministro Berlusconi dall’esecutivo del Consiglio dei Ministri riunitosi proprio ieri a Reggio Calabria. Un incitare al razzismo che alimenta un clima di intolleranza le cui conseguenze non possono essere prevedibili.

Inutile commentare, inoltre,  che  tutti i rapporti  sulla presunta criminalità degli immigrati  sostengono il contrario. Il Premier annuncia poi  che il governo metterà in atto “un’azione molto forte” sulla UE la quale  deve farsi carico” dei costi della vigilanza che i paesi costieri sopportano” per contrastare i flussi di immigrazione clandestina verso l’Europa. Mentre il ministro leghista Maroni  parla di “troppa tolleranza” nei confronti degli immigrati irregolari, quegli stessi immigrati che irregolari non erano ma ugualmente e  brutalmente cacciati  dalle campagne calabresi,  senza essere pagati.

 

Da qualche settimana, sull’onda di un simile impulso francese  e parallelamente all’uscita  del libro del giornalista  Vladimiro Polchi  “ Blacks Out” – 20 marzo, ore 00,01, un giorno senza immigrati”, il movimento antirazzista italiano si è mobilitato tutto, da Sud al Nord del Paese, con assemblee territoriali e nazionali  ed hanno promosso la “primavera antirazzista” che partirà il 1 marzo  prossimo e continuerà ad oltranza nei diversi territori della Penisola!

 

 

 

 

L’impegno di SOS Razzismo Italia

 

In particolare   nell’ambito di questa campagna SOS Razzismo intende sottolineare come l’aspetto istituzionale  rappresenti  il dato  più inquietante del razzismo contemporaneo.

Non siamo più negli anni  trenta in cui le esclusioni erano fondate esplicitamente sulle identità di  genere o sulla razza, oggi  l’esclusione nasce da una condizione burocratica che somministra  discrezionalmente l’accesso ed il godimento dei diritti umani,  sulla base di una legislazione in stridente contrasto con la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.

Non solo  i diritti umani non risultano inalienabili ma vengono concessi  dietro severe restrizioni di ordine temporale e spaziale oltre che sociale ed economico.

In Europa, ed in Italia in particolare,  gli esclusi non vivono più nei ghetti ma nelle bidonville e lo sfruttamento non fa riferimento solo al colore della pelle.

Certamente  oggi  in Italia la democrazia  è stata messa  fortemente in discussione perché una sciagurata sinergia tra governo di destra, mafia e crisi economica,  in zone già storicamente disagiate  hanno determinato di fatto una “pulizia etnica”. L’iniziativa partita dalla mafia (ndrangheta in Calabria) si è avvalsa dell’intervento repressivo dello Stato che ha materialmente attuato questa deportazione in nome di una ipocrita, quanto tardiva solidarietà nei confronti degli immigrati e della popolazione.

Non a Caso il Ministro Maroni ha ribadito l’impegno istituzionale del governo che , in nome della legalità,  impone l’espulsione dei clandestini piuttosto che la lotta al lavoro nero e, di fatto,  realizza il disegno razzista della criminalità organizzata locale.

Naturalmente la condizione di  debolezza degli immigrati,   privi dei diritti politici ha avuto il suo peso nella dinamica dei fatti, il che avvalora la nostra lotta per il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza. Purtroppo questo scenario  è comune a diverse località del  Paese ( agro pontino nel Lazio, area domiziana in Campania,  nel tavoliere delle Puglie, nella Val di Non ecc )  e non mancano precedenti analoghi.

C’è, pertanto, il rischio che l’episodio non resti isolato,  da qui l’urgenza del nostro impegno culturale , e di attivismo politico  che  si traduce in iniziative di visibilità e di sensibilizzazione   a livello nazionale ed europeo per il quale i contributi di SOS Racisme France, della Federatione a livello Europeo,  risultano per noi indispensabili.

 

Il manifesto tecnico di SOS

 

Nell’ambito della campagna “Primavera antirazzista” SOS Razzismo Italia , intende privilegiare queste tematiche:

– Razzismo istituzionale a livello nazionale ed Europeo.

– Diritti umani e l’immigrazione

– Focalizzazione degli aspetti economici del razzismo

– Razzismo e democrazia

– Evoluzione del  razzismo fino ai giorni nostri

Gli slogan scelti per questa primavera antirazzista sono;  “Per una legalità.. legale!” unitamente ai  due motti che accompagnano da sempre le nostre campagne : “stringi la mano ad un nuovo amico e  non toccare il mio amico”.

Ci siamo assunti  quale obbiettivo quello del cambiamento radicale delle politiche sull’immigrazione che non devono più costituire una limitazione   dei Diritti umani, ma al contrario, garantire il loro pieno godimento da parte di tutti.

Si tratta di attuare un percorso  la cui prima tappa è  la sburocratizzazione dell’accesso ai diritti  a livello Nazionale ed Europeo. In particolare vanno rispettati i diritti sociali : quello  dell’accesso alla legalità del lavoro e quelli politici.

 

Le Strategie partiranno dal Dialogo . Si tratta di dar vita ad un dialogo che finalmente affronti i problemi reali delle comunità locali ,ormai  multietniche e multiculturali, in una logica di rispetto reciproco e pari dignità

La Non violenza caratterizzerà il nostro impegno. Esorcizzare la violenza, in nome di una legalità ispirata alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, non è  semplicemente la condizione indispensabile per una crescita civile del Paese e dell’UE ma  l’approdo e la conferma di un impegno fecondo di convivenza civile e democratica.

 

I Destinatari saranno: Istituzioni locali (Regioni, Province e Comuni interessati al fenomeno), nazionali (i ministeri preposti,  Camera e Senato), europee (istituzioni CE)  ed internazionali (Onu e Ambasciate). Opinione pubblica, in particolare giovani, donne, lavoratori, imprenditori, Sindacati, Partiti politici.

 

 I Mezzi Al fine di  promuovere e garantire una visibilità capillare ed efficace,  riteniamo necessario rivolgersi sia agli autoctoni che agli immigrati favorendo le occasione di incontro- confronto a livello territoriale,  avvalendosi di tutti i possibili canali della comunicazione ed in particolare quelli, non ancora adeguatamente utilizzati, che fanno capo all’editoria etnica (sia carta stampata che on line).

Resta, comunque,  fondamentale il rapporto diretto con i cittadini, soprattutto  giovani,  che comporta una adeguata dotazione di gadget ,opuscoli, manifesti ed adesivi. ( Il colore scelto dal movimento antirazzista è, per fortuna, il nostro giallo). Naturalmente , oltre alla partecipazioni a tutte le iniziative promosse dal movimento, sarà opportuno intensificare la nostra presenza sui net work radio televisivi.

 

Le nostre iniziative si svolgeranno su  quattro livelli:

 

  1. quello livello culturale :

Abbiamo programmato dei cineforum di film  antirazzisti presso le scuole, volantinaggio all’interno dei mercati rionali dove  sono presenti imprese italiane ed etniche  e dove operano molti lavoratori immigrati.

 

  1. livello politico

confronto con i partiti politici di opposizione e con i partiti di maggioranza  disposti al dialogo,  al fine di garantire una  modifica dell’attuale legge “Bossi Fini” e del Pacchetto  Sicurezza. Ed ancora incentivare il rapporto con UNAR .

 

  1. livello sindacale

confronto con i sindacati confederali e non, al fine di promuovere  la cultura legata alla tutela dei diritti dei lavoratori ed alla sicurezza nei luoghi di lavoro che oggi penalizza maggiormente gli  immigrati..

 

  1. livello interreligioso.

La convivenza civile passa attraverso il rispetto  e la libertà della fede professata, nell’ambito di una concezione laica dello Stato.

 

Questo l’impegno di noi volontari di  SOS Razzismo Italia che all’interno della primavera antirazzista amplificheremo le iniziative,  supportando la rete nazionale. L’intento è quello di riportare  in Italia  quel vento solidale che ha sempre soffiato sulla nostra Penisola, magari con  delle pause di  “ calma piatta” mai però  con la tempesta razzista che l’ha coinvolta istituzionalmente,  accendendo fuochi di intolleranza,  invece di riscaldare e far crescere pacificamente le coscienze civili.